A SERVIZIO DEGLI ALTRI

La preoccupazione principale di Eugenio era sempre stata quella di essere “tutto per Dio” mettendosi a servizio del prossimo. È in quest’ottica che dobbiamo leggere le riflessioni del ritiro. Esse non sono un modo per auto-flagellarsi, ma piuttosto un’occasione per migliorare la qualità della sua vita al fine di poter essere ancora di più al servizio degli Dio e del prossimo.

Non piaccia a Dio ch’io voglia rinunziare a servire il prossimo; anzi se fosse possibile vorrei fare per lui più che non abbia fatto finora perché non c’è dubbio che il Signore ne rimane glorificato, proprio come a lui piace maggiormente di esserlo, ma sarò più accorto servendo il prossimo

Il mettersi veramente al servizio del prossimo sarebbe stato possibile solo nella misura in cui Eugenio avesse vissuto in comunione con Dio, e fosse stato in grado di far entrare altri in questa comunione.

non trascurerò la mia anima come ho fatto, non convincendomi facilmente che l’esercizio della carità verso di esso sostituisca ogni cosa: la meditazione, la preparazione e il ringraziamento alla messa, la visita al SS. Sacramento, la preghiera e il resto; un eccesso che mi ha buttato nello stato in cui mi riconoscevo ieri. Non sarà facile rimettere le cose a posto. Dio sa che se mi do alle opere esterne è più per dovere che per piacere, è per obbedire a quanto il Maestro credo che esiga da me: ciò è tanto vero che lo compio con una estrema ripulsa del mio essere inferiore. Se volessi seguire i miei gusti mi occuperei solo di me contentandomi di pregare per gli altri. Ma chi sono io per avere in questo campo una volontà mia propria? Sta al Padre di famiglia fissare il genere di lavoro che gli piace assegnare ai suoi operai, troppo onorati e troppo fortunati di essere scelti per dissodare il suo terreno.

Lo zelante Eugenio si rende conto che, nell’eccessiva azione, è forte la tentazione di perdere di vista se stesso, per cui chiarisce:

L’essenziale è combinare le cose in modo che nulla vada a male e, servendo il prossimo, non trascuri me fino a cadere nella tiepidezza .

Note di ritiro, maggio 1818, E.O. XIV n. 145

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LAVORO COME UNA SEMPLICE MACCHINA NELLE COSE CHE MI RIGUARDANO PERSONALMENTE

Eugenio, la cui vita era totalmente dedicata al servizio degli altri, arriva a una conclusione importante: può servire bene solo se ha riguardo per la sua salute. Diversamente non avrebbe niente da offrire agli altri:

Ne avevo un estremo bisogno perché la mia mente è così limitata, il mio cuore così vuoto di Dio che le preoccupazioni esterne del mio ministero divenute quasi padrone, mi turbano talmente da perdere quasi completamente quella vitalità interiore che un tempo facevano la mia consolazione e la mia felicità.…

Eugenio aveva speso le sue energie e le sue risorse nell’essere sempre altruista e aveva ignorato il suo benessere fisico e spirituale

in tutte le cose che mi riguardano personalmente sono arrivato al punto di muovermi come una macchina. Ho l’impressione di non essere più in grado di pensare quando si tratta di occuparmi di me. Se così fosse qual bene potrei recare agli altri? Accade pure che mille manchevolezze si mescolano nelle relazioni abituali col prossimo, le quali forse mi fan perdere tutto il merito di una vita interamente consacrata al suo servizio..

a 36 anni stava imparando che non sarebbe stato un “giovane entusiasta” tutta la vita saltando da un progetto all’altro. Aveva bisogno di prendersi cura di sé in modo da rendere un servizio migliore agli altri.

Questa situazione è tale da allarmarmi seriamente; lo so da diverso tempo, ma senza potervi ancora portare rimedio. Oggi con l’aiuto di Dio voglio lavorare meticolosamente nel mettere ordine nelle mie azioni, in modo tale che ogni cosa torni al suo posto e l’amore del prossimo non mi faccia venir meno all’amore che debbo a me stesso, tanto più che il modo migliore per essere veramente utile al prossimo è senza dubbio alcuno lavorare molto al proprio perfezionamento.

Note del Ritiro, Maggio 1818, E.O. XV, n. 145

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FERMATI E FAI IL PUNTO

Dopo la nostra dettagliata esplorazione della Congregazione dei Giovani, continuo con gli scritti di S. Eugenio in ordine cronologico.

La seconda parte del 1817 era stata impegnativa per Eugenio, che aveva passato 5 mesi a Parigi cercando di assicurare un futuro ai suoi missionari. Fondamentale a questo proposito, il nome di suo zio, Fortuné de Mazenod, che era stato proposto e poi accettato come Vescovo di Marsiglia. A dicembre il padre di Eugenio e lo zio ritornano in Francia e si stabilirono a Marsiglia, mentre Fortuné andava a vivere con i Missionari a Aix a causa di alcuni problemi avuti con la sua nomina a vescovo

Il ritorno di Eugenio a Aix lo vide immerso in tante attività. Durante la prima metà del 1818 spese tutte le sue energie dirigendo i Missionari e il loro ministero, formando i giovani che volevano diventare Missionari, svolgendo le impegnative attività della Congregazione dei Giovani in continua espansione, il servizio nella Chiesa della Missione e tante mansioni amministrative. Per questo motivo si fermò nel maggio del 1818 per un ritiro, in modo da poter fare il punto su come stesse andando la sua vita.

Era tempo di pensare a sfuggire alle innumerevoli occupazioni d’ogni genere che mi opprimono anima e corpo per nascondermi in solitudine e badare seriamente alla faccenda della mia salvezza eterna, passando in rassegna con esattezza tutte le mie azioni…

Note dal ritiro, Maggio 1818, E.O. XV, n. 145

Per tutta la sua vita, Eugenio insegnò l’importanza di fermarsi per fare il punto, per riflettere su cosa stesse accadendo intorno a sé: intervalli quotidiani, mensili e annuali – utili per reagire di conseguenza. Le nostre Regole di Vita Oblata sottolineano questo aspetto::

Per essere sempre più pronti a servire Dio nel suo popolo, dedicheranno, ogni mese e ogni anno, dei tempi forti alla preghiera personale e comunitaria, alla riflessione e al rinnovamento.       Costituzione 35

e

L’esame di coscienza è per essi un’occasione privilegiata per riconoscere gli inviti e la presenza del Signore durante la giornata e per interrogarsi sulla fedeltà della loro risposta.

Costituzione 33

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LA MIA BELLA CONGREGAZIONE DI GIOVANI CRISTIANI

Gli Archivi della casa Generalizia OMI a Roma hanno le 238 lettere originali scritte dai membri della Congregazione dei Giovani a Eugenio. Rispondendo a uno di loro circa 20 anni dopo Eugenio scrisse:

Questa testimonianza mi è cara. Viene da un buon prete che stimo tanto quanto l’ho sempre amato e risale ai primi anni del mio ministero quando questo buon Leblanc era nel numero dei più ferventi discepoli della mia bella congregazione della gioventù cristiana di cui era stato uno dei primi.

Diario, 18 febbraio 1838, E.O. XIX

Ventisei anni dopo la fondazione della Congregazione dei Giovani Eugenio ricordava:

Per questo ho risposto al vescovo di Metz che tutta la mia ambizione era consacrarmi al servizio dei poveri e dell’infanzia. Così ho svolto i miei primi lavori nelle prigioni ed il mio apprendistato fu attorniarmi di ragazzi che istruivo. Ne ho formato un grande numero alla virtù. Ne ho visto anche 280 raggruppati attorno a me e quelli che, ancora oggi, rimangono fedeli ai principi che ho avuto la felicità di inculcare loro e onorano la loro fede nella Società o nel santuario, sosterranno, ad Aix come negli altri posti dove sono dispersi, la reputazione che giustamente questa Congregazione si era acquistata fino a quando ho potuto prodigargli le mie cure.

Diario del 31 marzo 1839, E.O. XX

Quando Eugenio divenne Vicario Generale di Marsiglia nel 1823 e fu costretto a lasciare Aix en Provence il dinamismo della Congregazione dei Giovani iniziò a diminuire. Continuò a esistere come uno dei ministeri dei Missionari di Aix, ma mai più con lo stesso numero e il vigore degli anni in cui la forte personalità di Eugenio lo sosteneva.

Per lo sviluppo degli Oblati di Maria Immacolata questi dieci anni, 1813 – 1823, sono importanti. Le attività di Eugenio con i giovani sono state il vivaio e la direzione per le idee e l’impeto che lui ha dato ai suoi Missionari.

Eugenio era uscito dal Seminario come un prete giovane e bruciato dall’idealismo e dall’entusiasmo per darsi totalmente al ministero della Salvezza. In ciò aveva investito ore e si dedicò ai giovani. Da questa dura prova si era modellato secondo il Salvatore, come suo generoso strumento.

Eugenio arrivò così alla sua missione, essere cioè il fondatore della congregazione religiosa dei missionari Oblati con l’esperienza di come comunicare una visone, di come essere uno strumento di formazione delle persone, di come organizzare gruppi e di come ispirare questi gruppi a vivere secondo gli ideali che erano vicini al suo cuore. Ha provato e testato metodi di composizione di regole di vita, di organizzazione delle strutture amministrative di un gruppo e metodi comunicativi per trasmettere lo spirito e gli ideali alle altre persone.

I giovani hanno formato Eugenio come Fondatore di una grande famiglia missionaria! Il bambino è infatti “il padre per l’uomo”    (Wordsworth)

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SENZA UN IMPEGNO PRESO, CI SONO SOLO PROMESSE E SPERANZE

Per completezza riproduco di seguito il testo dell’atto di impegno che ogni ragazzo professava e firmava il giorno della sua ammissione perpetua all’interno della Congregazione dei Giovani.

ATTO DI CONSACRAZIONE
Nel giorno del ricevimento
Noi N.N., membri della Congregazione della Gioventù Cristiana, costituita a Aix, sotto l’invocazione della Immacolata Concezione della SANTISSIMA VERGINE, affermiamo che, per stringere sempre di più i legami che ci uniscono a Dio, nostro Creatore, Salvatore e Santificatore, e per separarci, per quanto dipende da noi, dalla corruzione del secolo e degli uomini, in mezzo ai quali siamo obbligati a vivere, ci consacriamo perpetuamente alla Santissima Trinità offrendole l’omaggio che gli facciamo di tutto il nostro essere per le mani della Santissima Vergine e Immacolata Maria, nostra madre e patrona, al cui servizio ci dedichiamo, allo stesso tempo, con tutto il cuore.
Affermiamo di voler vivere e morire nel seno della Santa Chiesa cattolica, apostolica, romana, alla quale diamo un amore filiale come a colei che ci ha veramente generati a Nostro Signore Gesù Cristo.
Facciamo a voce alta professione di riconoscere questo stesso Signore Gesù Cristo come nostro Dio e Salvatore di cui vogliamo essere, tutta la vita, i fedeli discepoli.
E, per provare che questa volontà in cui ci troviamo di essere suoi per sempre e senza divisione è efficace, rinunciamo liberamente e volontariamente, di cuore e d’anima, a Satana, nostro esecrabile nemico, alle sue pompe e alle sue opere.
Promettiamo di separarci completamente da lui e di fuggire per sempre le compagnie pericolose. Promettiamo di non andare mai agli spettacoli profani, né ai teatri, sotto qualsiasi forma sia.
Infine, rinunciamo e ci impegniamo a non essere mai membri di nessuna società segreta, di nessuna assemblea illecita, a non appartenere mai, sotto qualsiasi denominazione possa essere, ad alcuna società segreta, sia della Massoneria o altre.
Consentiamo, inoltre, in segno della perfetta unione che regna tra di noi e per aiutarci mutuamente ad operare per la nostra salvezza, di offrire alla Santissima Trinità, per la nostra santificazione comune, le preghiere, i digiuni, elemosine, veglie, Comunioni e, generalmente, tutte le buone opere che ciascuno di noi potrà fare nel corso della sua vita, di modo che ci sia una comunione piena, completa e senza riserve di tutte queste buone opere e come un tesoro comune a cui ciascuno dei membri della nostra Congregazione abbia diritto a partecipare ugualmente sia durante la sua vita che dopo la sua morte.

Archivi Casa Generalizia OMI, Roma, (DM VIII 3)

Nel manoscritto originale vi sono numerose centinaia di firme di ragazzi… (vedere i post precedenti sulla Congregazione dei Giovani per una spiegazione dei vari elementi)

L’atto di consacrazione riassume gli ideali che Eugenio desiderava avessero i giovani nei loro obiettivi di una vita “tutta per Dio”. Allo stesso modo egli sperava che loro fossero una forza trasformatrice nella loro società.

Rispose: “Ama il Signore tuo Dio con tutto il cuore e con tutta l’anima e tutte le tue forze e con tutta la tua mente; e, ama il prossimo tuo come te stesso”. “Hai risposto bene”, replicò Gesù. “Fa questo e avrai la vita eterna”. Luca 10:27-28

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UN IMPEGNO SOLENNE

Una volta che i sei mesi del periodo di probazionismo erano stati completati, il ragazzo poteva chiedere di essere ammesso definitivamente. La sua domanda e le sue qualità veniva discusse all’interno del consiglio, e se questo lo avesse ritenuto adatto, lo avrebbe raccomandato al Direttore. La cerimonia di ingresso veniva celebrata con una messa solenne due volte all’anno, e doveva essere preceduta da un giorno di digiuno (se il candidato aveva più di 21 anni) o facendo qualche rituale di mortificazione seguito dal sacramento della Riconciliazione.

Oggi 26, i soci che non han fatto la prima comunione e non avevano assistito alla bella funzione del 2 febbraio dell’anno scorso, hanno rinnovato le promesse battesimali e recitato l’atto di consacrazione alla Madonna dinanzi al Direttore, tutto conformemente al regola-mento, con solennità ma specialmente con grande devozione, tale da far versare lacrime di gioia a molti di essi. Il Signore ha effuso sensibilmente la sua grazia nei cuori ben disposti della maggioranza dei soci che non sapevano frenare la loro allegrezza, manifestandola nella maniera più espressiva e con parole commoventi all’uscita dalla cappella..

 Diario della Congregazione della Gioventù, 26 giugnio 1814, E.O. XVI

Alla fine del periodo di formazione ogni membro della Congregazione dei Giovani era ammesso in modo perpetuo recitando l’Atto di Consacrazione e firmandolo. La consacrazione veniva fatta per intercessione di Maria Immacolata e il cuore della preghiera della consacrazione era il cuore dello stesso spirito di Eugenio che ogni membro faceva proprio:

Con questi doni, facciamo in modo alto professione di riconoscere N. S. Gesù Cristo come nostro Dio e Salvatore, Sovrano Signore e Maestro, di cui vogliamo, per tutta la vita, essere fedeli discepoli.

La copia originale con le firme di tutti i membri è custodita negli Archivi della Casa Generalizia OMI a Roma, (DM VIII 3)

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IMPARARE A GESTIRE LE RESPONSABILITÀ

Eugenio da direttore, assicura la comunicazione e la conservazione dello spirito che spera di trasmettere ai membri della Congregazione dei Giovani. C’era una chiara e definita infrastruttura di persone ad aiutarlo nel suo compito, le cui opinioni e decisioni venivano rispettate: un consiglio a vari livelli di rappresentanza assicurava l’andamento della Congregazione e la formazione dei membri.

Art 1. Nella Congregazione ci sono diversi uffici o dignità …

Nella sezione dei regolamenti dei comportamenti con i rappresentanti, Eugenio dichiara chiaramente che non dovranno esserci più di 33 eletti ufficiali, alcuni dei quali incontrerà con regolarità. Il Prefetto era il capo della Congregazione e veniva assistito ogni volta che doveva prendere una decisione dal Vice Prefetto e da quattro assessori. Gli altri rappresentanti dovevano assicurare l’andamento regolare delle attività della Congregazione ( ad esempio sacrestani, bibliotecari, ecc.)

Art 20. I congregazionisti che sono scelti per adempiere le cariche e dignità devono impregnarsi bene dell’importanza delle funzioni alle quali sono chiamati ; che non perdano di vista che sono messi cul candeliere per brillarvi, che si impregnino bene di questo pensiero, che con la loro assiduità, il loro fervore, i loro buoni esempi di ogni tipo, devono essere la luce che illumina i loro confratelli nella pratica di tutte le virtù : la fiamma alla cui luce colui che avesse avuto la disgrazia (che a Dio non piaccia) di allontanarsi dal vero sentiero, sarebbe aiutato a rientraci subito e che se, per impossibile, il fervore dovesse raffreddarsi tra i congregazionisti, sarebbe con giustizia che Dio e gli uomini domanderebbero loro conto di questo disordine.

Statuts, Chapitre X – Des offices ou dignités

 

“Un giocatore che coniuga un verbo alla prima persona singolare non può far parte della squadra; deve coniugare il verbo alla prima persona plurale. Noi. Vogliamo conquistare. Conquisteremo. Usare la parola “Io” quando sei in un gruppo complica le cose.” ~ Wanderley Luxemburgo

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ALLENAMENTO DI UN GRUPPO DI DUE

Art 79. Ci sono quattro zelatori …

Le Quattro persone che esercitavano la funzione di “zelatori” erano un’importante mezzo usato da Eugenio per comunicare e formare gli altri con il suo stesso spirito. Dichiara che

Art 81. L’ufficio di zelatore è uno dei più importanti della Congregazione.

E a loro ha dedicato 23 articoli dello Statuto in una sezione (a parte) e spesso fa riferimento ai loro doveri nelle altre sezioni.

Da loro dipende la responsabilità dello spirito all’interno della Congregazione:

Art 82. Dal modo in cui gli zelatori assolveranno il dovere della loro carica, dipendono la regolarità, l’esattezza, il fervore di tutta la Congregazione ; sono, quindi, i responsabili di tutti i disordini e di tutti gli abusi che vi si potranno introdurre.

Ha descritto le loro attività di supporto agli altri durante i giorni dell’espansione della Congregazione.

Art 82. Dal modo in cui gli zelatori assolveranno il dovere della loro carica, dipendono la regolarità, l’esattezza, il fervore di tutta la Congregazione ; sono, quindi, i responsabili di tutti i disordini e di tutti gli abusi che vi si potranno introdurre.

Eugenio continua:

Art. 104. Il loro nome dice abbastanza quanta cura devono mettere per procurare la gloria di Dio e lo zelo dei Congregazionisti.

Statuts, Chapitre XI § 5 – Des zélateurs

Il loro zelo non era limitato all’interno della Congregazione, ma a loro era anche affidata la propaganda dei loro ideali e la ricerca di nuovi membri. I zelatori di Eugenio erano così apostoli tra i giovani, allo stesso modo dei primi apostoli che avevano assistito i discepoli negli anni della Chiesa nascente.

 

Invecchiando presto sempre meno attenzione a ciò che gli uomini dicono. Guardo cosa fanno. ~ Andrew Carnegie

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IMPEGNARSI A UNA CRESCITA OLISTICA PERSONALE

Il ragazzo doveva sottoporsi a un periodo di prova (postulato) che durava un minimo di sei mesi. Durante questo periodo era accompagnato personalmente nel suo sviluppo umano e spirituale dagli altri ragazzi – chiamati “zelatori” – che erano stati incaricati specificatamente per svolgere questo ruolo.

Art 30. I postulanti sono sotto l’immediata direzione dei zelatori che sono specialmente incaricati di far loro conoscere gli usi della Congregazione e che sono anche, per dovere, obbligati a riprendere, caritatevolmente, i loro sbagli. Riceveranno tutti gli avvisi che saranno loro dati dagli zelatori con la maggiore docilità e la completa sottomissione in spirito di umiltà.

Statuts, Chapitre III –Conditions pour être admis à postuler dans la Congrégation.

Dopo un periodo che andava da sei mesi a un anno, il postulante poteva essere ammesso come probazionista. Per celebrare questo passaggio c’erano una cerimonia e delle preghiere particolari. Questo periodo durava sei mesi e serviva a valutare l’idoneità della persona per la Congregazione. I zelatori continuavano a essere i responsabili della formazione dei probazionisti.

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PROCEDURE D’AMMISSIONE – I CANDIDATI CHE FOSSERO CAPACI DI FARE PARTE DI UN CORPO ELITARIO

Le condizioni di entrata erano esigenti, ogni candidato era esaminato per assicurarsi che fosse nato da “genitori onesti e irreprensibili”, che avesse le qualità necessarie a crescere secondo il buon esempio ricevuto nella Congregazione, e che lui stesso fosse capace di dare il buono esempio.

ART. 3. Quando, tuttavia, colui che sarà presentato riunirà felici qualità abbastanza buone perchè ci si possa promettere di vederlo profittare e dare il buon esempio nella Congregazione, in questo caso si potrà autorizzarlo a postulare anche se non ha fatto la sua prima comunione se è in età di farla nel corso dell’anno.

Il candidato doveva firmare una lettera di richiesta di ammissione e di promessa. Si impegnava a osservare tutte le regole e specialmente a stare lontano da tutte le influenze pericolose:

Art. 8. “Signore, conoscendo quanto sarebbe per me vantaggioso essere ammesso nella Congregazione della Gioventù cristiana stabilita a… sotto l’invocazione della Immacolata Concezione, vi prego di permettermi di seguirne gli esercizi in qualità di postulante. Prometto di conformarmi in tutto alle sante regole che vi sono in vigore e, specialmente, di non andare mai allo spettacolo, al ballo, di fuggire le compagnie pericolose e di non far parte di nessuna associazione illecita nè di nessun altra aggregazione, anche religiosa!”

Statuts, Chapitre III –Conditions pour être admis à postuler dans la Congrégation.

Il ragazzo si impegnava ad avere uno stile di vita rigido, che lo differenziava dagli altri suoi simili: doveva partecipare alla Messa quotidianamente, recitare le proprie preghiere ogni giorno, sforzarsi di vivere costantemente alla presenza di Dio, ecc.

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