200 ANNI FA: NEL MIO CUORE NON C’È ALTRO CHE AMORE

Il giorno dopo la sua ordinazione sacerdotale Eugenio scrive al suo direttore spirituale:

La mia lettera non è potuta partire ieri. Padre carissimo, nel mio cuore non c’è altro che amore; e vi scrivo mentre ne sono traboccante, servendomi di un’espressione adoperata dall’Apostolo in una circostanza come quella in cui io mi trovo.

La sua esperienza dell’ordinazione ricorda l’esperienza del Venerdì santo:

Se in fondo all’animo rimane ancora il dolore dei peccati che mi accompagna sempre l’amore gli ha conferito un altro carattere. È mai possibile, amor mio dolcissimo, che abbia potuto offendervi? Possibile che abbia potuto offendervi, offender voi che in questo momento mi sembrate così pieno di fascino? Sarà vero che un cuore che vi ama tanto quanto il mio abbia potuto contristarvi in maniera anche lievissima? E due fontane di lacrime scorrono con pace e dolcezza mentre l’anima è invasa di un rapimento inesprimibile, come sono inesprimibili tanti altri sentimenti che si agitano dentro di me…
Sono sacerdote! Bisogna esserlo per comprenderlo: il solo pensarci provoca in me impeti di amore e di riconoscenza, e considerando qual peccatore io sia l’amore si accende maggiormente. “Io non vi chiamo più servi” (Gio 15, 15)… “tu hai sciolto i miei legami. ti offrirò un sacrificio di ringraziamento” (Sal 115, 16 17). “Che darò all’Eterno [in cambio di tutti i benefici che mi ha fatto?] (Sal 115, 12). Sono espressioni pari a frecce che infiammano questo cuore così freddo fino ad oggi.

Lettera al suo direttore spirituale, p. Duclaux, 22 dicembre 1811, E.O. XIV n. 98

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