Il giovane Bourrelier era infelice perché si considerava meno utile degli altri attorno a lui. Qui Eugenio lo incoraggiava evidenziando che qualunque cosa gli venisse chiesto di fare in casa, come servizio alla comunità e alle sua Regola, era un invito a cercare la presenza di Dio. Vivendo il momento presente pienamente per Dio, “con cuore e animaâ€, era una certezza di salvezza.
Quante cose avrei da dirvi sulla sofferenza che provate nel sentirvi inutile! Quale errore!
Se l’obbedienza mi ordinasse di aprire e chiudere la porta a chi va e viene mi reputerei più che felice e crederei, non senza motivo, di aver assicurata la mia salvezza meglio che nel posto che occupo costretto e contro mia voglia. Si fa sempre abbastanza quando si fa quel che l’obbedienza impone; si tratta però di farlo bene, non solo materialmente ma col cuore e con l’anima: e allora si è salvi.
Perciò, mio caro amico, non datevi alcun pensiero al riguardo…
Letter to Hilarion Bourrelier, 19 September 1821, EO VI n 72
“Lascia che i tuoi soli criteri di valore derivino dalla coscienza dell’amore di Dio per te. Tutte le altre misure ti lasciano in uno stato di delusione.â€Â   Anonymous