I PRIMI FRUTTI OFFERTI A DIO CON GIOIA

Eugenio si rallegra con orgoglio paterno all’ordinazione sacerdotale di un membro della sua amata Congregazione della Gioventù e dei suoi missionari. Scrivendo sul Diario della Gioventù, e dal punto di vista dei giovani, pensò:

Il 31 luglio… l’Associazione ha fatto alla Chiesa il dono più prezioso che potesse farle …
E con buoni motivi l’Associazione può gloriarsi del dono fatto allora alla Chiesa, perché Ippolito Courtès è uno dei primi membri dell’Associazione, educato nel suo seno, cresciuto alla sua ombra, formato alla sua scuola.
I suoi confratelli furono privati della consolazione di assistere alla sua ordinazione e di partecipare alla sua prima messa: fu ordinato a Gap e offrì il primo santo Sacrificio nel santuario di N.D. du Laus. Per questo i soci non furono testimoni delle grazie segnalate e dei doni abbondanti di cui il Signore si è compiaciuto di colmare questo nuovo sacerdote, vera primizia offerta a Dio dall’Associazione. Ma non furono tuttavia estranei a tutto quel che è successo in quel giorno felice…

Diario della Congregazione della Gioventù, 17 giugno 1821, E.O. XVI

Nel suo ministero ai giovani di Aix, Eugenio aveva educato la Congregazione della Gioventù ad avere uno spirito di famiglia. Una delle sue immagini preferite per il suo ruolo era quella di una madre. La Congregazione era materna nella sua cura ad alimentare i giovani a crescere nella loro umanità, a diventare cristiani e a formarsi nella via della santità. Hippolyte Courtès è stato un primo frutto di questa “madre” come “uno che è cresciuto nel suo seno, che è cresciuto sotto la sua ombra, uno che si è formato nella sua scuola”.

Eugenio avrebbe accostato il suo nome insieme a “madre” a causa del suo ruolo “genitoriale” nei confronti di ogni membro.

Padre Courtès doveva rimanere uno stretto confidente del Fondatore per il resto della sua vita.

 

“Dio mi ha creato per fargli qualche servizio definitivo. Ha commissionato qualche lavoro a me che non ha affidato a un altro. Ho la mia missione.”       John Henry Newman

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