GLI ATTEGGIAMENTI DELL’“ESSERE”: DIVENTARE IL SIMBOLO

La croce di Gesù è al centro della nostra missione…

Questo è il punto centrale dello spirito di Eugenio, consegnato alla famiglia Mazenodiana oggi.

Attraverso lo sguardo del Salvatore crocifisso vediamo il mondo riscattato dal suo sangue, nel desiderio che gli uomini, nei quali continua la sua passione, conoscano anche la potenza della sua risurrezione (cf. Fil 3,10).

CC&RR, Costituzione 4

Per questo motivo Eugenio voleva che il Missionario avesse una speciale venerazione per il simbolo della Croce, e che mai si allontanasse da lui.

Metteranno, spesso, gli occhi e le mani su questa croce e dirigeranno verso di lei frequenti aspirazioni.
La baceranno la mattina mettendola al collo, la sera mettendola vicino al capezzale del loro letto, immediatamente prima di indossare gli abiti sacerdotali e subito dopo averli tolti, e tutte le volte che penseranno bene di farla baciare a qualcuno.

Regola del 1818, Seconda parte, Capitolo primo, Altre principali osservanze

Scrivendo al suo amico Forbin Janson, Eugenio diceva:

Non potete immaginare l’effetto che produce e quanto sia utile. La gente abituata alla veste ecclesiastica non la nota molto; ma il crocifisso li impressiona. Quanti ne ho visti di libertini che nel guardarlo non potevano far a meno di levarsi il cappello! …Nel confessionale è utile perché, nel giorno dell’assoluzione, posto nelle mani del penitente l’aiuta a sentire il dolore dei suoi peccati, a detestarli, a piangerli addirittura.

Lettera a Forbin Janson, 9 ottobre 1816, E.O. VI n. 14

 

“Tutto ciò che passa è elevato alla dignità di espressione, tutto ciò che accade è elevato alla dignità di significato. Tutto è simbolo o parabola.”       Paul Claudel

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