L’AVETE FATTO A ME

La Congregazione della Gioventù era incentrata sul benessere di ciascuno dei giovani membri. Continuando a sviluppare l’idea della Congregazione come una madre premurosa, Eugenio spiega quello che un giovane ha il diritto di aspettarsi quando diventa un membro di questo corpo:

Art. 4. Dal momento che si è ricevuto come congregazionista, si ha diritto a tutto il suo interesse, a tutta la sua sollecitudine.
Se il congregazionista è malato, veglia alla sua cura e al suo sollievo;
se è povero, si interessa della sua sorte e cerca di addolcire il rigore della sua povertà.
Se muore, la sua sollecitudine si estende al di là della corte durata di questa vita e , anche allora, non dimentica nulla per alleviare le sue pene e accelerare la sua liberazione.
Insomma, ogni congregazionista è l’oggetto speciale dei suoi pensieri in ogni tempo e sempre.

Statuts, Chapitre XIV – Devoirs de la Congrégation envers les congréganistes

Questo testo mostra che Eugenio concepiva la Congregazione della Gioventù come facente parte della Chiesa, come il Corpo di Cristo che si prende cura dei suoi membri, come Gesù insegnava:

Poiché ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere; fui forestiero e mi accoglieste, fui ignudo e mi rivestiste, fui infermo e mi visitaste, fui in prigione e veniste a trovarmi”…

“in verità vi dico: tutte le volte che l’avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me›   Matteo 25

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