VOCAZIONE: FORMARE UN CUOR SOLO E UN’ANIMA SOLA

Essere un cuor solo e un’anima sola è un concetto che sta a cuore al fondatore. Mentre la congregazione cresceva in numero, parallelamente egli sottolineava l’importanza della sua unità. Per Eugenio la sua famiglia missionaria era la più bella famiglia del mondo e voleva che fosse la più unita. Ecco perché oggi trovo che il concetto di “Famiglia mazenodiana” sia specialmente adatto a descrivere tutti noi, laici e religiosi, che ci sentiamo chiamati a vivere il carisma e la spiritualità di sant’Eugenio.

Il cuor solo e l’anima sola  sono il risultato di uno stile di vita equilibrato: una parte della vita del missionario deve essere spesa in attività (la conversione delle anime), l’altra parte nella formazione personale, nella preghiera, nello studio, in modo da essere missionari migliori. Infatti, i missionari, commossi dalle necessità dei poveri, dedicavano all’evangelizzazione diretta la maggior parte del proprio tempo, trascurando le altre attività. Eugenio li richiama costantemente a un maggiore equilibrio: ESSERE per FARE.

La felicità ci aspetta in questa santa Società che avrà un cuor solo e un’anima sola. Una parte dell’anno sarà impiegata a convertire le anime, l’altra al ritiro, allo studio, alla santificazione personale. Per ora non dico altro; questo vi basti come saggio delle delizie spirituali che godremo assieme.

Lettera a Henri Tempier, 9 ottobre 1815, E.O. VI n 4

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