GLI ATTEGGIAMENTI DELL’“ESSERE”: LASCIARSI INTERPELLARE DALLA STORIA

L’autrice Margaret Mahy parla della necessità di ritirarsi dall’attività quotidiana “così che la vita della storia mi possa interpellare”. E continua: “Questo avviene perché uno scrittore spesso ha bisogno di spazio e tempo, così da abbandonare la vita ordinaria e ‘vivere’ con i personaggi”.

Parafrasando, questo mi aiuta a capire la sezione della Regola del 1818 che parla dei ritiri. Tempi di ritiro erano necessari per i Missionari “affinché potessero abbandonare la vita quotidiana e “vivere” con il Salvatore”.

Ogni anno, ciascuno farà dieci giorni di ritiro in perfetta solitudine e in rigoroso silenzio e si farà, allo stesso modo, ogni mese, un giorno di ritiro. § 5

Regola del 1818, Seconda parte, Capitolo primo, La preghiera e gli esercizi di pietà

 Oggi la nostra Regola di Vita ci dice che:

Per essere sempre più pronti a servire Dio nel suo popolo, dedicheranno, ogni mese e ogni anno, dei tempi forti alla preghiera personale e comunitaria, alla riflessione e al rinnovamento.

Il ritiro annuale, della durata ordinaria di una settimana, potrà utilmente essere preceduto o seguito da riunioni fraterne e da scambi sulle esperienze apostoliche.

CC&RR, Costituzione 35

Non è una pigra evasione dalla realtà e stare con le mani in mano, ma una necessità per il Missionario, che spende la sua vita donando agli altri. Egli deve lasciarsi “interpellare dalla storia” ancora una volta e avere una visione rinnovata da condividere con nuove energie e un nuovo entusiasmo.

Ed egli disse loro: «Venitevene ora in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un poco». Difatti, era tanta la gente che andava e veniva, che essi non avevano neppure il tempo di mangiare.                    Marco 6:31

 

“Ci sono certamente volte in cui la mia vita quotidiana sembra ritirarsi così che la vita della storia mi possa interpellare. Questo avviene perché uno scrittore spesso ha bisogno di spazio e tempo, così da abbandonare la vita ordinaria e ‘vivere’ con i personaggi”.    Margaret Mahy

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