UN SIGNIFICATIVO SALTO

Due anni e mezzo dopo la fondazione dei Missionari, questa lettera apparentemente insignificante segnò un esplosione nella loro vita e una nuova direzione.

La lettera fu scritta in risposta ad un invito da parte del Vicario Generale della Diocesi di Digne. Egli aveva chiesto ai Missionari di Provenza di prendere in gestione il santuario di Notre Dame du Laus, a circa 150 Km da Aix, e renderlo un centro di pellegrinaggio e di attività missionaria.

Il mio unico desiderio è compiere un po’ di bene; perciò se credete che il progetto da voi concepito porterà una qualche gloria a Dio contribuendo alla salvezza delle anime, sono disponibilissimo a prestarmi a tutti gli accomodamenti che potranno conciliarsi coi miei impegni in diocesi e quelli relativi alla nostra piccola Società.

Lettera a M. Arbaud, 23 agosto 1818, E.O. XIII, n. 16

Il risultato della lettera di accettazione da parte di Eugenio fu questo:

  • questo piccolo gruppo di Missionari si rese conto che il loro futuro non era limitato alla sola casa in Aix en Provence – così com’era la loro intenzione originaria. Avrebbe eventualmente aperto la strada ad un’espansione mondiale:
  • questo gruppo di sacerdoti diocesani stava per cambiare il proprio status e diventare un gruppo di sacerdoti e fratelli religiosi con voti;
  • avrebbero prodotto la loro prima dettagliata Regola di Vita come religiosi;
  • comprendevano che la cura di un santuario Mariano era parte del loro carisma missionario.

Ciò che i Missionari Oblati sono oggi è il frutto di questa decisione. Padre Yvon Beaudoin ci descrive il contesto:

Arbaud, in una lettera del 16 agosto, aveva proposto ai Missionari di Provenza di stabilirsi a Laus. Uno degli argomenti che portava era adatto a colpire p. De Mazenod le cui relazioni con i parroci di Aix non miglioravano : «Mi sembra, d’altra parte, essere nel vostro interesse – diceva Arbaud – avere sotto la vostra direzione due case per operare cambiamenti che certe circostanze possono esigere. Essere in due diocesi non è cosa indifferente; se ci possono essere nebbie nei rapporti con una amministrazione, ci si rifugia nell’altra”.

Note 2, E.O. XIII, n. 16

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