OBLAZIONE: LA GIOIA DELLA COMUNIONE

… Assaporammo la nostra gioia per tutta questa bella notte alla presenza di Nostro Signore, ai piedi del magnifico trono su cui l’avevamo messo per la messa dei presantificati dell’indomani…

Rambert I, p. 187

Leggendo la descrizione di Eugenio della notte dei loro voti siamo capaci di sentire la bellezza del gesto di oblazione e l’importanza che aveva per lui. Da come egli parla della gioia e delle ore trascorse assaporando la profondità del momento, è un’esperienza di intimità con Gesù nella sua presenza Eucaristica alla quale si riferisci in altri scritti. Nel 1830, per esempio, egli scrisse a Henri Tempier:

Stamane, prima della comunione, ho avuto l’audacia di parlare al nostro buon Maestro con lo stesso abbandono con cui avrei potuto farlo se avessi avuto la fortuna di vivere quando visse quaggiù ed io mi fossi trovato nei medesimi pasticci. Dicevo la messa in una cappella privata e non ero disturbato dalla presenza di alcuno. Gli ho esposto le nostre necessità, ho domandato i suoi lumi e la sua assistenza; poi mi sono interamente affidato a lui, non volendo assolutamente null’altro che la sua volontà. Con queste disposizioni poi ho fatto la comunione. Appena bevuto il preziosissimo Sangue mi è stato impossibile sottrarmi all’abbondanza di consolazioni interiori e mi è stato necessario, nonostante gli sforzi per non tradire davanti al fratello inserviente quel che si passava nel mio animo…

Lettera a Henri Tempier, 23 agosto 1830, E.O. VII n. 59

Meditando sulla prima celebrazione di Giovedì Santo dei Missionari mi viene da pensare alla preghiera di Gesù durante l’Ultima Cena, dove egli invita gli apostoli alla comunione con suo Padre: “E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro.” (Giovanni 17, 26). Nello spirito della promessa di Gesù durante il primo Giovedì Santo a Gerusalemme: “Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena” (Giovanni 16,24) – noi possiamo capire qualcosa della pienezza della gioia sperimentata il Giovedì Santo 1816 ad Aix en Provence

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