CARCERATI – ABBANDONATI DALLA SOCIETÀ E DALLA CHIESA

Il tema comune che si capisce leggendo la descrizione del ministero dei Missionari era questa regola infallibile:

Non si perderà mai di vista che uno dei fini principali dell’Istituto e aiutare le anime più abbandonate.

Come Eugenio spiega nelle Regole del 1818, il ministero dei Missionari viene applicato in questa quarta categoria: evangelizzare i carcerati:

A questo riguardo, i poveri prigionieri hanno diritti molto validi verso la carità della Società.

La risposta dei Missionari era:

Si cercherà, dunque, di provvedere ai loro bisogni, per quanto le circostanze lo permettano, visitandoli con frequenza e istruendoli sui loro doveri religiosi almeno la domenica, quando ci si potrà introdurre in questi luoghi di prigionia.

Tra queste persone abbandonate, i Missionari si occupavano in particolare dei “più abbandonati” di questo gruppo, quelli condannati a morte – abbandonati e respinti dalla società, e purtroppo anche dalla Chiesa Giansenista. I Missionari volevano seguire l’esempio di Gesù:

Infine, si metteranno in atto tutte le risorse che la carità cristiana può ispirare, per aiutare i condannati a prepararsi bene alla morte.
Li si accompagnerà fino al patibolo da cui i missionari scenderanno solo dopo aver ricevuto l’ultimo respiro dei pazienti che si sono incaricati di difendere, fino a questo limite, da tutti gli assalti del demonio, le angosce della morte e il pericolo della disperazione.

Regola del 1818, Capitolo 3, §4. Prigioni.

[Sul sito puoi trovare più informazioni su questo tema nei post tra il 3 e il 7 ottobre 2010]

 

“Il giusto è vicino al cuore degli uomini, ma il misericordioso è vicino al cuore di Dio.”    Khalil Gibran

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